L’indice di massa corporea (IMC) o anche chiamato in inglese Body Mass Index (BMI) è un parametro molto utilizzato per la valutazione GENERALE del proprio peso corporeo. E’ un modo semplice e veloce per capire se si è in sovrappeso o in una condizione di obesità.
Il calcolo è altrettanto semplice e si ottiene mettendo in rapporto il peso espresso in kilogrammi con il quadrato dell’altezza espressa in metri.
IMC o BMI = peso (kg) / [altezza (m)]²
Quindi se per esempio io fossi alto 1,80 m e pesassi 75 kg il mio IMC sarà:
75kg / (1,80 x 1,80) = 23,1
Il risultato ottenuto deve essere poi rapportato ai valori di riferimento identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
Come si può vedere dal grafico sottostante, il soggetto del nostro esempio ha un IMC di 23,1 e risulta normopeso.
Ma che cos'è questo valore?
Proviamo a immaginare che il nostro corpo sia fatto di acqua e di versare i nostri 75 litri dentro una vasca larga, in questo caso, 1,80 m². L' IMC possiamo considerarlo
come lo spessore del livello dell’acqua dentro questa vasca, ovvero 23,1 millimetri. Più acqua verso, più aumenta il livello della stessa che va a riempire la mia vasca, appesantendola e creando
problemi.
Per cui potremmo definire l'IMC come un indice di spessore biologico.
Perchè può essere importante conoscere il proprio IMC?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti afferma che l’aumento del IMC sia un
fattore di rischio per le malattie non trasmissibili come:
- patologie cardiovascolari (soprattutto malattie cardiache ed ictus), che erano la principale causa di morte nel 2012;
- diabete;
- patologie muscolo-scheletriche (soprattutto osteoartrite, una malattia degenerativa altamente invalidante delle articolazioni);
- alcuni tipi di cancro (endometrio, mammella e colon).
Da tale grafico risulta chiaro quanto il rischio di mortalità legato a tali patologie aumenti con l’avvicinarsi o superando il valore di 40. Ma se tutti sanno che un eccesso di grasso corporeo comporta rischi elevati per la salute, quello che invece molti non prendono in considerazione è che anche un’eccessiva magrezza (BMI < 18) si associa a ridotte aspettative di vita, soprattutto per malattie legate all’apparato respiratorio o digerente. A tal proposito è interessante anche vedere come il passaggio da una situazione di “normopeso” a “sottopeso” comporti un aumento repentino del rischio di mortalità da “molto basso” a “moderato”, mentre il passaggio da “normopeso” ad una condizione orientata verso l’obesità, comporti un aumento più graduale del rischio di mortalità.
Vorrei citare, in ultimo, anche quest’altro studio del 2009, pubblicato su The Lancet, dove si è vista una diretta associazione tra BMI e riduzione degli anni di vita. Nello specifico, con un BMI di 30-35, la sopravvivenza media diminuiva di 2-4 anni e a 40-45, veniva ridotta di 8-10 anni.
Il range di BMI dove si è evidenziato un rischio di mortalità più basso è tra 22,5 e 25!
Per tutti questi motivi possiamo definire il BMI come indice predittivo dello stato di salute di una persona.
MA A TTENZIONE!!!!
Tramite il BMI si ottiene una valutazione GENERALE del proprio stato di salute!
A pensarci bene, il BMI prende in considerazione solo il peso e l’altezza senza considerare l’età, il sesso, l’etnia, il livello di attività fisica, la composizione corporea, quindi la quantità di massa grassa e massa muscolare presente e come è distribuita la massa grassa nel nostro corpo.
Questo indice presenta dei limiti che è bene conoscere (vedi: I limiti del BMI) quindi è opportuno non trarre conclusioni affrettate!
Dott.ssa Sara Buratti
Chinesiologa
saraburatti8@gmail.com
Fonti
- http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs311/en/
- http://www.professionefitness.com/2013/02/il-nuovo-bmi/
- http://www.nutrizionesport.com/predittori.html
- http://apps.who.int/bmi/index.jsp?introPage=intro_3.html
- http://www.my-personaltrainer.it/bellezza/massa-corporea.html
- http://ajcn.nutrition.org/content/55/2/488S.full.pdf
- Prospective Studies Collaboration, Body-mass index and cause-specific mortality in 900 000 adults: collaborative analyses of 57 prospective studies, Lancet, 2009; 373: 1083-96
- G.A. Bray, Pathophysiology of obesity, The American Society for Clinical Nutrition, 1992.