Dieta mima-digiuno. Verità o trovata pubblicitaria?


Ormai è qualche anno che sono iniziati gli studi sul digiuno intermittente ed io che mi interesso e lavoro a Rimini come Biologo nutrizionista ero già informato a riguardo, senza però, sarò sincero, scendere troppo nel dettaglio. Già avevo letto alcuni lavori scientifici del dott. Valter Longo, stimato ricercatore italiano.

Sennonché qualche sera fa’, quella che era la conoscenza di pochi addetti ai lavori, è diventata la novità del momento grazie al servizio della “Iena Toffa” su quella che è stata denominata la dieta “mima digiuno”. Che significa mima digiuno?

Significa che pur non restando del tutto a stomaco vuoto, si vanno a ricreare quelle condizioni metaboliche tipiche di quando una persona rimane senza mangiare.

In questo servizio la giornalista intervista proprio il dott. Longo e testa lei stessa la dieta in questione, attraverso un nuovo, apposito, kit commerciale.

Sembrerebbe l’ennesima trovata pubblicitaria e commerciale come tante altre recenti “trovate dietetiche” (chiamarle diete non ce la faccio!), se non fosse per la fiducia che nutro nei confronti del dott. Longo che mi spinge a vederci più chiaro.

In cosa consiste questa dieta?

Si tratta di una dieta da praticare per 5 giorni consecutivi al massimo una volta al mese, dalle 3 fino alle 12 volte l’anno (la periodicità è stabilita in base al peso corporeo e al fabbisogno energetico). L’apporto calorico di questi 5 giorni si aggira tra le 750 e le 1100 kcal.

Nel servizio Longo ribadisce il concetto che non si tratta di un sistema per dimagrire. La perdita di chili è solo un effetto collaterale della dieta mima digiuno che serve per riprogrammare le cellule, dando benefici rispetto all’invecchiamento.

Una dieta che allunga la vita? Così sembrerebbe.

Dieta restrittiva (classica) VS Dieta “mima digiuno”

Tra gli aspetti più interessanti, emersi anche nel servizio delle “Iene” in tv, è che il digiuno controllato (ovviamente da professionisti) potrebbe apportare grossi miglioramenti ai pazienti oncologici tanto da poter essere utilizzato, dice Longo, anche durante la chemioterapia.

Le cellule normali rispondono al digiuno proteggendosi, mentre le cellule tumorali rispondono sempre al digiuno aumentando la crescita. Questo durante la chemioterapia rende le prime resistenti al trattamento e le cellule tumorali più suscettibili.
Le cellule normali rispondono al digiuno proteggendosi, mentre le cellule tumorali rispondono sempre al digiuno aumentando la crescita. Questo durante la chemioterapia rende le prime resistenti al trattamento e le cellule tumorali più suscettibili.

Un lavoro pubblicato sulla rivista scientifica “Oncogene1 afferma che il regime dietetico per i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, come descritto dalla American Cancer Society, è quello di aumentare calorie e proteine. Eppure nei topi e negli esseri umani, il digiuno induce una vasta gamma di cambiamenti associati con la protezione cellulare, che sarebbe difficile da raggiungere anche con un cocktail di farmaci potenti. Nei mammiferi, l'effetto protettivo del digiuno è mediata, in parte, da una riduzione di oltre il 50% di glucosio nel sangue e del fattore di crescita IGF-I. Rapporti preliminari indicano che il digiuno fino a 5 giorni, seguiti da una dieta normale, può anche proteggere i pazienti dalla  chemioterapia senza causare perdita di peso cronica.

Per contro, la restrizione a lungo termine dal 20 al 40% di calorie (la classica restrizione dietetica), i cui effetti sulla progressione del cancro sono stati studiati estesamente per decenni, richiede settimane o mesi per essere efficace, provoca cambiamenti molto più modesti in termini di glucosio e/o livelli di IGF-I, e di perdita di peso sia nei roditori che nell'uomo.

Anche se sono necessari studi pre-clinici e clinici supplementari, il digiuno ha il potenziale per essere tradotto in interventi clinici efficaci per la protezione dei pazienti.

L’aspetto commerciale

Personalmente sono rimasto sorpreso dall’esistenza di un kit commerciale, presto disponibile anche in Italia, perché a mio avviso va un pò a contaminare la purezza e l’imparzialità che dovrebbe caratterizzare la ricerca scientifica.

Oltretutto vedere sprecare della plastica per 3 olive (perché sì, la cena a volte consiste in sole 3 olive!!) ha colpito la parte ambientalista che c’è in me.

Ad ogni modo la mia personale perplessità nasce dal fatto che trovo difficile essere obiettivi nel giudicare l'efficacia di un certo protocollo dietetico quando proprio dalla sua, eventuale, efficacia si realizza un guadagno...

Detto questo non conosco la situazione nel dettaglio per cui mi è impossibile giudicare.

Sta di fatto che il kit non è indispensabile per la realizzazione di questo protocollo dietetico e non è adatto a chiunque. Questo il dott. Longo l’ha sottolineato più volte.

In conclusione che dire? Di certo non è (solo) una trovata pubblicitaria senza fondamenti scientifici come lo sono altre mode dietetiche del momento. Merita approfondimenti e sicuramente ulteriori trial clinici più ampi, che arriveranno.
Di fatto, ad oggi, non si conoscono quali possano essere gli effetti concreti del digiuno intermittente sull'uomo nel lungo periodo.
Nel frattempo bisogna imparare a mangiare in maniera più equilibrata perché questo è imprescindibile anche quando in un imminente futuro ci sentiremo, speriamo, dire che la dieta del dott. Longo allunga la vita per davvero.

Fonti:
1 - Fasting vs dietary restriction in cellular protection and cancer treatment: from model organisms to          patients. C Lee and VD Longo Andrus Gerontology

Dott. Matteo Gentilini

Biologo Nutrizionista

dott.matteogentilini@gmail.com