Dopo aver conosciuto l'ideatore di questa famosa disciplina, Joseph Hubertus Pilates e come sia nata (vedi: La storia del pilates), entriamo nel vivo dell’argomento cercando di chiarire cosa sia effettivamente il pilates.
Potremmo definire il pilates semplicemente come una ginnastica funzionale che ha l’obiettivo di riportare il corpo alla sua corretta funzionalità, per poterlo utilizzare al meglio nello svolgimento delle attività quotidiane.
Ma come facciamo a sapere se il nostro corpo è funzionale?
Per rispondere a questa domanda, occorre introdurre prima due concetti importanti sui quali si basa il metodo pilates: la mobilità e la stabilità articolare, entrambe legate a loro volta alla forza ed elasticità muscolare.
La mobilità articolare
Come si può notare dall’immagine, un corpo mobile è in grado di eseguire movimenti fluidi ed ampi, rispettando i limiti naturali dei suoi segmenti articolari, senza provare alcun dolore. Per ottenere questo risultato occorre allenare la mobilità articolare sfruttando le sue componenti dinamiche fondamentali che sono la forza e l'elasticità muscolare. La forza muscolare mi consente di muovere un segmento corporeo (mano, avambraccio, braccio, gamba, coscia, piede, dita…) all’interno del proprio range articolare, mentre l’elasticità muscolare mi permette di avere una muscolatura meno rigida, garantendo, così, una maggiore escursione di movimento.
Andando più sul pratico, per allenare la forza si dovrà lavorare sul volume
dell’allenamento (carichi, ripetizioni e serie), mentre per allenare
l’elasticità dinamica, si punterà su esercizi di stretching dinamico, ovvero
movimenti la cui escursione articolare aumenta progressivamente fino a
raggiungere il proprio limite, per aumentare il range di movimento (ROM).
Riassumendo, per migliorare la mobilità articolare è necessario costringere le articolazioni a muoversi attraverso ROM completi, allenando sia la forza che l’elasticità dinamica.
La stabilità articolare
Con stabilità articolare, invece, si intende la capacità di un’articolazione di mantenere la sua posizione anatomica corretta. E per aiutare l’articolazione a non uscire dalla sua sede fisiologica, anche in questo caso occorre allenare la forza e l’elasticità muscolare, ma non più di tipo dinamico, bensì di tipo statico.
Il concetto di forza statica fa rifermento alla capacità di un muscolo di sviluppare tensione senza modificare la propria lunghezza (contrazione isometrica, come avviene nel plank), mentre con elasticità statica si intende la capacità di mantenere ed assumere posizionidistese dei segmenti corporei, più o meno ampie, usando solo la tensione generata dai propri muscoli (es. sollevare una gamba verso l’alto e mantenere la posizione senza aiuti esterni).
Una volta chiariti questi concetti, torniamo alla domanda iniziale: “come facciamo a sapere se il nostro corpo è funzionale?”. Un corpo è funzionale quando è forte, armonico, agile, quindi quando la mobilità e la stabilità articolare si trovano in un buon equilibrio.
In conclusione, sperando di non avervi annoiato e di non aver creato troppa confusione dovuta alla difficoltà dei concetti trattati, ritengo sia importante sottolineare che dietro al pilates ci siano basi solide fondate sullo studio di diverse discipline, tra le quali anatomia, fisiologia, le metodologie dell’allenamento, la biomeccanica e le discipline orientali.
Quindi basta cadere nel solito luogo comune del pilates visto come una semplice ginnastica dolce adatta solo a donne che non vogliono fare fatica, provatelo e vi ricrederete subito!
Dott.ssa Sara Buratti
Chinesiologa
saraburatti8@gmail.com
FONTI
- Appunti e materiale del corso di “pilates training” tramite la Fitness Best Innovation (FBI team)
- Vicky Timón, Enciclopedia degli esercizi di pilates, Elica Editrice, 2014
- Paul Massey, Anatomia del pilates, Edi. Ermes, 2009
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