Plicometria
Si tratta di una metodica che si basa sulla misura delle pliche cutanee costituite da cute e tessuto adiposo sottocutaneo.
Per poterlo fare si serve di uno strumento chiamato plicometro, che è paragonabile al calibro di un meccanico infatti è formato da una pinza e da una scala graduata che misura lo spessore della plica. Deve essere calibrato nella maniera corretta perché quelli validati esercitano sulla plica una pressione standard di 10-12 g/mm².
Il concetto sul quale si basa la plicometria è che il grasso sottocutaneo rappresenti il 50% del grasso corporeo, inoltre lo spessore di ciascuna plica chiarisce quali sono le zone di maggiore accumulo fornendo una mappa della distribuzione del grasso su tutto il corpo.
Detto ciò vediamo quali sono i punti di riferimento e il procedimento di rilevazione.
Le sedi di rilevazione dei pannicoli adiposi più utilizzate sono: la plica pettorale, sottoscapolare, ascellare, soprailiaca, addominale, bicipitale, tricipitale, quadricipitale e la plica mediale del polpaccio. Quali pliche scegliere per la valutazione della percentuale di massa grassa dipende dalla metodologia che si è deciso di utilizzare (Jackson & Pollock, Siri, Durnin-Womersley o Katch-McArdle).
La tecnica di rilevazione è fondamentale per evitare di aumentare il margine di errore, già presente per un 3,5-4% e a tal proposito si segue una procedura precisa:
I valori delle pliche così ottenuti vengono inseriti in alcune formule proposte in letteratura che estrapolano la percentuale di grasso corporeo.
Dott.ssa Sara Buratti
Chinesiologa
saraburatti8@gmail.com
Fonte
- http://www.albanesi.it/dietologia/plicometria.htm
- Materiale corso Technogym “Dimagrimento: dalla ricerca avanzata alle applicazioni pratiche”
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