Mindfulness: migliorare il rapporto con se stessi.         -2a parte-


Perché non siamo soddisfatti del nostro aspetto esteriore?

Un aspetto importante da affrontare legato al rapporto con il cibo è l’immagine che abbiamo del nostro corpo.

Una percezione negativa del proprio fisico è un importante fattore di vulnerabilità e mantenimento di atteggiamenti alimentari disadattivi. I fattori che influenzano lo sviluppo e il mantenimento dell’insoddisfazione verso il proprio corpo sono: l’ideale di bellezza, il controllo compulsivo del peso e delle forme corporee e gli evitamenti legati al corpo.

Vediamoli uno per uno:

  1. Porre molto valore nell’ideale di bellezza, che spesso corrisponde all’essere eccessivamente magri, può accrescere l’insoddisfazione per il proprio corpo poiché ci si concentra sulla discrepanza tra il proprio corpo e l’ideale, spesso irraggiungibile, ci si concentra sul modificare e non apprezzare ciò che si ha. 
  2. Gli evitamenti legati al corpo sviluppano comportamenti che hanno lo scopo di prevenire o evitare situazioni che innescano preoccupazioni circa la propria apparenza fisica. Alcuni esempi sono. indossare indumenti larghi, non pesarsi ed evitare di specchiarsi. Questi evitamenti però prevengono la messa in discussione delle idee irrazionali legate al proprio corpo. 
  3. Al contrario, il controllo compulsivo del proprio peso e delle forme del corpo si riferisce al giudicare negativamente il proprio aspetto. Ne fanno parte il guardarsi ripetutamente allo specchio o paragonarsi negativamente rispetto agli altri.

Come ci può aiutare la mindfulness a stare meglio con noi stessi? 

La mindfulness è in netto contrasto con i processi e comportamenti descritti che non fanno altro che aumentare e mantenere la preoccupazione per l’immagine corporea. 
Primo, non si focalizza sul raggiungere un obiettivo o uno stato ideale ma stimola la volontà delle persone ad accettare lo stato presente, all’essere così come si è, facendo fronte anche alla pressione sociale. 
Secondo, la mindfulness richiede la volontà di esporre se stessi ad aumentare la disciplina, quindi spinge a fare scelte alimentari più salutari e più attività fisica. Importante, la mindfulness incrementa la compassione e l’attenzione non giudicante verso di sé, in contrasto al controllo compulsivo verso il proprio corpo che comporta pesanti giudizi negativi ed eccessiva auto-critica. 

La voglia improvvisa di un determinato alimento.

Un altro aspetto importante da considerare nella relazione con l’alimentazione è il craving, ossia un desiderio ardente e inarrestabile di determinati alimenti, di solito ricchi di grassi e ad elevato contenuto calorico, un’intensa urgenza di mangiare uno specifico cibo.
Ciò avviene quando uno stimolo è ripetutamente associato al cibo, si può trattare della vista di persone che mangiano, uno spot in tv, un profumo nell’aria o anche un pensiero. Questo aspetto è risultato associato allo sviluppo dell’obesità e dei disturbi alimentari, in particolare l’abbuffata. Le ricerche recenti evidenziano l’efficacia di strategie basate sulla mindfulness nel ridurre questa modalità disadattiva.

In conclusione...

...ecco riassunti alcuni buoni motivi per intraprendere un percorso basato sulla mindfulness, soprattutto se si vuole acquisire una sana relazione verso il cibo e il proprio corpo. Partendo dal presupposto che è necessaria molta motivazione e tenacia, è dimostrato che interventi basati sulla mindfulness riducono gli episodi di abbuffata, il BMI in soggetti sovrappeso, il craving, gli evitamenti legati al corpo, ma anche, aumentano l’accettazione del momento presente, del proprio corpo, portano all’equilibrio emotivo e sviluppano il benessere generale. 

Dott.ssa Giulia Giambenini

Dott.ssa in Psicologia

giulia.gmbn@gmail.com



Citazioni:

1. Alberts, H. J. E. M., Thewissen, R., & Raes, L. (2012). Dealing with problematic eating behaviour. The effects of a mindfulness-based intervention on eating behaviour, food cravings, dichotomous thinking and body image concern. Appetite58(3), 847-851.

2. Kabat-Zinn J (1994). Wherever you go, there you are: mindfulness meditation in every day. Hyperion, New York. Tr. It. Dovunque tu vada ci sei già. Una guida alla meditazione. Tea pratica, Milano 1997.