Il riflesso nello specchio: il dismorfismo corporeo.         -2a parte-


Un problema che si associa al dismorfismo corporeo è la dipendenza dal “ritocchino, ossia ricorrere frequentemente alla chirurgia estetica per modificare quelle parti di sé che vengono ritenute brutte. Quello che è successo in maniera eclatante a questi personaggi, che hanno fatto del bisturi la loro arma…letale.

  • Michael Jackson
  • Justin Jedlica: questo ragazzo ha affrontato 132 interventi chirurgici per trasformarsi in Ken di Barbie. I segni che vedete a penna sul suo corpo sono alcune delle operazioni fatte. Sembra che abbia speso 250 mila dollari
  • Nannette Hammond  

  • Valeria Lukyanova (le “Barbie umana”)

Il problema è che una volta corretto il fantomatico problema, la persona sposta l’attenzione verso un’altra parte del corpo che risulta non come la vorrebbe. Purtroppo, se la diponibilità economica lo permette, si assiste ad una vera e propria guerra di bisturi contro il proprio corpo fino a diventare irriconoscibili o a rimanere danneggiati per sempre.

Studi internazionali suggeriscono che tra il 6-15% dei pazienti che richiedono trattamenti di chirurgia estetica e trattamenti dermatologici hanno il disturbo da dismorfismo corporeo (Aouizerate B, Pujol H, Grabot D et all, 2003).

Per non colludere con il disturbo, i medici estetici dovrebbero far precedere all’intervento un APPROFONDITO SCREENING PSICOLOGICO, per evidenziare eventuali disturbi emotivi che potrebbero, nell’interesse del paziente, sconsigliare il ricorso alla chirurgia e far considerare un trattamento psicoterapeutico. 

IMPORTANTE
NON SI VUOLE DEMONIZZARE LA CHIRURGIA ESTETICA.

La chirurgia estetica spesso può rappresentare una soluzione per risolvere problemi che non fanno vivere bene con se stessi e può aiutare a stare meglio.
Ma in alcuni casi l’immagine che si ha di se stessi è distorta dalla mente (e la maggior parte delle volte non ci si rende conto): si ingigantiscono i difetti o se ne vedono di inesistenti. La domanda che è necessario porsi è cosa spinge a voler cambiare radicalmente il corpo e se davvero trasformarlo il può essere la soluzione per risolvere i problemi interiori.

Leggi il caso clinico di Vincent Mancino un ragazzo di 26 anni
(clicca QUI)

Quali sono i trattamenti che risultano più efficaci e consigliati oggi?

Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE, organo che stabilisce le linee guida della pratica clinica nel Regno Unito) raccomanda di fare riferimento a un team di specialisti che possa offrire le cure appropriate all’età della persona.

Gli interventi suggeriti dalle linee guida (NICE) sono di quelli di stampo cognitivo comportamentale e nei casi più gravi l’unione di un trattamento farmacologico.

Un recente studio ha messo in luce l’efficacia della Terapia cognitivo-comportamentale nel ridurre i sintomi nei pazienti con disturbo da dismorfismo corporeo, nello specifico si è osservata una riduzione dei sintomi ossessivo-compulsivi, un miglioramento dei sintomi depressivi (spesso associati) e un aumento della consapevolezza di avere una difficoltà interiore (insight del disturbo) (Wilhelm, et al., 2013).

In breve, l’intervento cognitivo comportamentale consiste nel chiedere alla persona di cimentarsi in un'attività (non indossare cappelli, occhiali, o indossare un determinato capo di abbigliamento come il costume, i pantaloncini, la gonna; ancora, andare ad una festa, in piscina, parlare in pubblico ecc.) che fino a quel momento aveva evitato a causa del supposto difetto fisico ed esaminare, poi, gli esiti e le implicazioni dell'esperienza per elaborare il disagio connesso. Le situazioni da elaborare possono essere reali (terapia comportamentale) o soltanto immaginate (terapia cognitiva), ma comunque sempre calibrate in base ad un’attenta valutazione clinica da parte del terapeuta.

Poco a poco, la persona impara a gestire situazioni che gli sembrava impossibile affrontare e a ridimensionare l'importanza del difetto estetico di cui si sentiva prigioniero.

Per essere efficace, la terapia cognitivo-comportamentale deve prevedere incontri regolari, per un adeguato periodo di tempo (in genere, sei mesi-un anno, più il periodo di controllo) ed essere affiancata da uno sforzo del paziente nel cercare di ridurre/evitare comportamenti rituali (controllarsi allo specchio più volte, stuzzicarsi la pelle, confrontarsi con gli altri  e ricerca di rassicurazioni.

L’intervento precoce è importante non soltanto per migliorare benessere e qualità di vita di chi soffre di questa problematica, ma anche per prevenire l’instaurarsi di comportamenti sempre più disadattivi e il ricorso a trattamenti estetici medici e/o chirurgici non realmente necessari e, comunque, nella maggior parte dei casi destinati a lasciare insoddisfatti del risultato, poiché il reale problema da risolvere è a tutt'altro livello.

Dott.ssa Giulia Giambenini

Dott.ssa in Psicologia

giulia.gmbn@gmail.com



Fonti

  • Aouizerate B, Pujol H, Grabot D, et al; Body dysmorphic disorder in a sample of cosmetic surgery applicants. Eur Psychiatry. 2003 Nov;18(7):365-8.
  • Association, A. P. (2014). DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Barnhill, J. W. (2014). DSM-5 casi clinici. Milano: Cortina Raffaello.
  • Obsessive Compulsive Disorder - core interventions in the treatment of obsessive compulsive disorder and body dysmorphic disorder; NICE Clinical Guideline (Novembre 2005)
  • Stewart SE, Stack DE, Wilhelm S; Severe obsessive-compulsive disorder with and without body dysmorphic disorder: clinical correlates and implications. Ann Clin Psychiatry. 2008 Jan-Mar;20(1):33-8.
  • Scarinci, A., & Lorenzini, R. (2015). Disturbo di dismorfismo corporeo. Assessment, diagnosi e trattamento. Edizioni Centro Studi Erickson.
  • Wilhelm, S., Phillips, K. A., Didie, E., Buhlmann, U., Greenberg, J. L., Fama, J. M., & … Steketee, G. (2013). Modular cognitive-behavioral therapy for body dysmorphic disorder: A randomized controlled trial. Behavior Therapy
  • Linee Guida NICE